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1000 ANNI DOPO, la mia prima fanfic

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ladyshadow
view post Posted on 25/1/2008, 18:26




posto qui la mia prima fanfiction. spero non sia schifosa come la ritengo io (a dir la verità è peggio! ndVegeta)(dovete sapere che tra me e Vegeta c'è una situazione esasperante. il fatto è che ho fatto vedere in giro una sua foto e lui se l'è presa UN POCHINO ndMe)(UN POCHINO?! ndVege)

TITOLO: 1000 ANNI DOPO
PERSONAGGI: Goku, Vegeta, nuovi personaggi
PREMESSA: posto il Prologo che non c'entra niente con la storia di Dragonball, almeno x ora.
godetevela e se qualcuno ha delle lamentele perchè fa troppo schifo, sa dove trovarmi...

LEGENDA
*** *** sogno/flashback
- - discorso
“ “ pensiero


PROLOGO
*** Fuori il cielo era pieno di nubi nere. Tutto il bel tempo dei giorni prima se ne era andato via con l’arrivo di quell’essere mostruoso. La sua malvagità era tale che l’intero pianeta era interamente coperto da nuvoloni che presagivano tempesta. L’aria era carica di elettricità statica. Quel giorni un centinaio di guerrieri esperiani avrebbero affrontato il terribile essere arrivato lì solo per distruggere il loro pianeta. Erano i migliori e tutti erano certi che sarebbero riusciti a sopraffare l’alieno malvagio chiamato Dayon. Arrivò il momento della partenza dei guerrieri. Ognuno di loro salutava la propria famiglia con nervosismo, ma con la convinzione della vittoria, certezza che rassicurava tutti. Tutti meno la bambina. I suoi occhi rossi guardavano il padre e la madre partire e salutarla dicendole che tutto sarebbe andato bene e che sarebbero tornati presto.
“Balle …” pensò rattristata. Voleva davvero credere alle parole della madre, ma nel suo cuore sapeva benissimo che era l’ultima volta che vedeva i suoi genitori. Non osava alzare lo sguardo su di loro, era troppo doloroso. Il padre aveva notato lo stato d’animo della bambina e le disse
-Perché sei così triste? Sorridi, no? Tanto torneremo presto … -. Lei alzò lo sguardo verso i propri genitori e vide che entrambi cercavano di rassicurarla sorridendole. Non erano certo ciechi come gli altri. Loro sapevano quello che nel suo cuore sentiva anche la bambina: non ce l’avrebbero mai fatta a battere Dayon e probabilmente il loro pianeta era già condannato, ma se non ci avessero provato avrebbero perso in partenza. Si mostravano sicuri come gli altri perché volevano che alla loro bambina rimanesse un’immagine di serenità, dato che sicuramente non si sarebbero mai più rivisti.
I suoi occhi rossi, sempre così seri, li guardarono e disse -Potrei combattere anche io … in fondo lo dite sempre, io sono molto forte, anche più forte di voi!-. Cominciò a urlare di lasciarla combattere; non voleva perdere i suoi genitori e non voleva che il loro pianeta finisse nelle mani di quel mostro.
L’uomo e la donna si guardarono e poi abbandonando il sorriso falso tornarono seri. La madre disse -Non ci pensare neanche!-
-Ma … -
-Non si discute! Tu non puoi venire con noi! Non si tratta di un gioco! Qui si rischia la vita!- urlò e poi aggiunse in tono più dolce sorridendole -E poi, se vieni anche tu, chi resterà a consolare Cora e Andreas?-
La bambina sapeva che se si fosse impuntata, loro l’avrebbero costretta con la forza a restare a casa quindi desistette. Abbassò di nuovo lo sguardo e si fissò con insistenza le punte dei piedi cercando di pensare ad altro. Sua madre le chiese -Ci prometti che resterai qui qualunque cosa succeda?-
-Promesso … - disse in un soffio di voce. Non sapeva che di lì a poche ore avrebbe infranto la promessa.

°°°°°
La bambina stava seduta sul letto a gambe incrociate. Stava seguendo lo scontro concentrandosi sulle aure dei combattenti. Tutti gli esperiani rimasti a casa potevano farlo, ma non volevano per paura di sentir spegnarsi l’aura dei propri cari. Lei sentiva la potentissima e malvagia aura di Dayon che sovrastava e annullava le aure di tutti coloro che gli capitavano a tiro. Cercò di contenere la propria rabbia anche se sapeva già da prima che sarebbe successo. All’improvviso sentì l’aura di Robert, il marito di Cora spegnersi e quelle dei suoi genitori, le uniche rimaste, affievolirsi. La rabbia si impadronì di lei e decise di infrangere la promessa fatta ai genitori. Sarebbe andata a combattere. Si mise due dita sulla fronte e, usando il teletrasporto, arrivò sul campo di battaglia. Rimase senza parole vedendo la scena dall’alto. La piana era piena dei corpi senza vita dei guerrieri esperiani e impregnata del loro sangue. Guardò verso l’orizzonte e vide i suoi genitori essere sopraffatti da quell’essere e cadere al suolo. Li raggiunse e si mise in ginocchio di fianco a loro.
Sua madre le sorrise e disse con il poco fiato che le era rimasto – Sii coraggiosa e non combattere mai per vendetta, ma per giustizia … -. Poi chiuse gli occhi con ancora l’ombra dell’ultimo sorriso sul volto.
Mise la testa sul petto di entrambi per sentire il respiro, ma ormai se ne erano andati. Mentre lo sconforto le riempiva il cuore sentì distintamente l’aura del mostro dietro di lei.
Disse: -Erano i tuoi genitori?- con un tono non pietoso, ma come di chi, soddisfatto del proprio lavoro, lo sfoggia davanti agli altri. Lei non disse niente, ma si alzò e si voltò verso di lui pronta al combattimento ***
Si svegliò all’improvviso e si mise a sedere sul letto. Si accorse all’improvviso che aveva espanso al massimo la propria aura e la riazzerò. Si passò una mano sul volto teso e sudato, poi andò in bagno. Aprì il rubinetto del lavandino che in breve si riempì d’acqua. Vi tuffò il viso e vi rimase qualche secondo prima di uscire dall’acqua e di far scorrere l’acqua giù per lo scarico. Si asciugò la faccia e si mise una mano sulla fronte. Uscire il giorno prima sotto la pioggia le aveva fatto venire la febbre. Sospirò e guardò il proprio riflesso nello specchio. Vide una ragazza giovane, con la pelle leggermente abbronzata, i capelli neri e corti e gli occhi di un rosso acceso. Tornò a dormire pensando “Di nuovo quel sogno … perché devo ricordare sempre un momento così doloroso?”. Poi si riaddormentò.
 
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